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L’imbattibile squadra dei Ming

Da quando c’è Dr. Manhattan, che è un professionista della nostalgia/analisi degli anni ’80, le mie peregrinazioni sui ricordi di quel periodo sembrano molto dilettantesche, superficiali e mal documentate. Tuttavia, visto che sono un dilettante (nessuno mi paga!) mi dico “acciderba, chissene” e oggi vorrei parlare dei Ming. Ma chi diamine sono i Ming? Questi (rubo l’immagine a un altro bel blog di vecchi fumetti):

Suona qualche campanello? No? Riniziamo da capo. Stiamo parlando dei fumetti italiani di Braccio di Ferro, editi lustri fa dalla Bianconi, i quali, ben lontani dalla poesia e dal candore di Segar, sono stupidini, ripetitivi, raramente con un guizzo. A parte la pseudo-famiglia estesa di Braccio di Ferro (Nonno Trinchetto, Pisellino, Olivia, includiamoci anche Poldo) e i nemici di base (Timoteo, la Strega Bacheca), negli albi del marinaio forzuto spicca qualche comprimario ricorrente. Tra i buoni possiamo ricordare il Gigante Grissino, che vive su un’isola poco lontano dalla città innominata di Braccio di Ferro, e tra i cattivi i Ming.

I Ming sono una popolazione di nanetti tutti uguali, con gli occhi più o meno a mandorla, pettinati col ciuffo. Essi prendono ordini da un re che è uguale a tutti gli altri con la differenza che ha un mantello e una corona di quelle con le punte: non è difficile riconoscere un razzismo neanche tanto implicito nei confronti degli orientali e dei cinesi (“Ming”) in particolare. Erano altri tempi.
Per qualche strana ragione c’è una storia con Ming che mi è rimasta impressa: quella volta che i Ming giocavano a calcio ed erano una squadra normale nel primo tempo e fortissima nel secondo tempo. Ma come fanno, come non fanno, sono dei nanetti, sono anche musi gialli e i musi gialli mica giocano bene a calcio. Braccio di Ferro scopre che, sfruttando il fatto che sono tutti uguali, dopo l’intervallo entra una squadra completamente nuova, e risolve la situazione riempendo di botte quei malnati sgorbi. La morale è che i cinesi sono malvagi e quindi è giusto picchiarli: le virtù educative dei fumetti di una volta sono preclare.

I più affezionati lettori del mio blog ricorderanno che c’è una puntata perduta di Holly e Benji con lo stesso tema. Scegliete voi una delle possibilità:
1) Yoichi Takahashi, autore di Holly e Benji, ha copiato da Braccio di Ferro.
2) Braccio di Ferro ha copiato da Yoichi Takahashi
3) E’ un caso.
4) E’ un topos molto comune.
5) Quelle puntate di Holly e Benji non esistono, imbecille, le hai inventate tu in questo blog di cacca e per di più in un caso hai pure copiato da una pessima storia di Braccio di Ferro, e non contento di questa tua impresa hai addirittura scritto un post sulla roba che hai scopiazzato. Ma quanto sei scemo?!?

Prevedo una discussione avvincente!

13 Comments »

  1.  MonsterID Icon

    Ming, che storia!

    Comment di golosino • 24 Marzo 2013 13:24

  2.  MonsterID Icon

    Arriveranno i giapponesi a fare un mang’ dei ming?

    Comment di xx • 24 Marzo 2013 14:39

  3.  MonsterID Icon

    Il Braccio italiano lo ricordo discretamente divertente, così come i “cugini” Geppo Tiramolla Provolino: forse perché ne ho letto solo pochi episodi sparsi, ma me li ricordo quasi tutti – uno era una storia di spionaggio con coprotagonista un tal capitano Furbastrelli (sarà mica stato un doppiogiochista?)

    La dinàstia dei Ming la sento invece oggi per la prima volta: imparo!

    Comment di MCP • 24 Marzo 2013 16:47

  4.  MonsterID Icon

    Io invece ne ho letti davvero un sacco,di fumetti della Bianconi, ma anche da piccolo ricordo che percepivo la differenza di cura e di qualità rispetto ai prodotti della Disney. Ciò non toglie che fossero in effetti blandamente divertenti, soprattutto per un bambino.

    Comment di xx • 25 Marzo 2013 08:37

  5.  MonsterID Icon

    Nonno Trinchetto

    Mi consenta una correzione: “Trinchetto” è il nome dato nei fumetti Bianconi a Poopdeck Pappy, detto nelel traduzioni Oscar Mondadori Braccio di Legno o Babbo di Bordo, ed ê il padre di Braccio di Ferro. Forse per “nonno” intendevi il nonno di Pisellino…

    Propendo epr l’ipotesi 4 (talpe molto comuni): restando sempre a Braccio di Ferro c’ê infatti una storia disegnata da Bela Zaboly (successore di Segar e predecessore di Bud Sagendorf) in cui Braccio di Ferro deve affrontare sul ring i sette figli della Stega del Mare (Bacheca, per intenderci) uno dopo l’altro. Siccome sono tutti uguali, tutte le volte che Braccio di Ferro ne manda fuori uno, ne rientra un altro al suo posto, cosî che Braccio di ferro deve combattere contro tutti e sette credendo di combattere contro uno solo.

    Spero di aver battuto Kumagoro (RIP) come logorrea

    Comment di paolo • 25 Marzo 2013 14:27

  6.  MonsterID Icon

    Ahahah, Poopdeck Pappy!

    Comment di golosino • 25 Marzo 2013 16:59

  7.  MonsterID Icon

    Poopdeck Pappy

    Comment di paolo • 25 Marzo 2013 17:32

  8.  MonsterID Icon

    Dehehiho, Papino Cagaponte!

    Comment di Cementino • 26 Marzo 2013 11:38

  9.  MonsterID Icon

    Belin, i Ming. Che nostalgia!!!

    Comment di Botty • 29 Marzo 2013 10:37

  10.  MonsterID Icon

    ‘sti bei ming!

    Comment di paolo • 3 Aprile 2013 17:03

  11.  MonsterID Icon

    Luca sono andata a vedere il sito del dr. Manhattan. Nel leggere la recensioni onde della prima puntata del Grande Mazinga ho singhiozzato con le lacrime agli occhi dal ridere tanto che Robi è accorso preoccupato….

    Comment di Suasorella • 7 Aprile 2013 22:34

  12.  MonsterID Icon

    Paolo: mah, sì, è il babbo di Braccio di Ferro, ma è chiamato chiaramente Nonno Trinchetto, dove “nonno”, probabilmente, è semplicemente un attributo relativo all’età.

    Miasorella: cercati le Pubblicità Fuorvianti di Topolino. Ci muoio.

    Comment di xx • 13 Aprile 2013 15:48

  13.  MonsterID Icon

    Trovate da mo’. Ci sono morta pure io con il cicciobello negro

    Comment di Suasorella • 15 Aprile 2013 22:43

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