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La Cartina Muta Riscrivibile

Oggi stigmatizziamo un evento successo in quarta elementare dalle mie parti. Tra parentesi, non è una parola splendida stigmatizzare? Usiamola tutti, tutti i giorni e in tutte le frasi! E chi non lo fa, che sia stigmatizzato!

Torniamo a noi, a quel giorno dell’anno scolastico 1983/1984 in cui la maestra ci annunciò che sarebbe venuto un signore a parlarci di una cosa. Gioimmo, poiché qualunque evento che spezzasse la monotonia dei giorni di scuola era il benvenuto. Più avanti, al liceo, si sarebbe coniata la parola bastandà per indicare il lodevole atteggiamento.

Arrivò quindi un untuoso omino che iniziò a magnificarci le virtù delle Cartine Mute Riscrivibili. Si trattava di cartine dell’Italia (da un lato fisica dall’altra politica, come da tradizione, ma senza scritte) stampate su una carta plastificata. Era quindi possibile scriverci sopra con appositi pennarelli e poi cancellare con uno straccio. L’indubbia utilità di tutto questo consisteva nella possibilità di ripassare fiumi, laghi, province e città scrivendoli sopra, oppure, uscendo dall’ambito della geografia per passare alla storia, e così tracciare l’evoluzione degli staterelli italiani nel Rinascimento, o indicare il percorso di Garibaldi! Wow!

Va da sé che, sì, uno strumento simile può essere un piccolo ausilio, ma la cosa è ben lungi dall’essere un vantaggio critico. Stupisce quindi che la maestra abbia avallato l’uso delle Cartine Mute Riscrivibili, invitando neanche tanto tra le righe tutti gli studenti a comprarle. Mi verrebbe quasi da pensare che avesse preso una bustarella, ma si sa che le suore sono brutte ma queste cose non le fanno. Forse.

Comunque, con ventidue alunni in classe furono vendute ventidue Cartine Mute Riscrivibili, ad un prezzo di circa 5000 lire l’una. Eppure, Emanuele non la comprò. Ai tempi fu stigmatizzato, ma ora riconosco che lui (o, meglio, i suoi genitori) la sapevano lunga. Ma allora, direte voi, chi acquistò due Cartine Mute Riscrivibili? O piuttosto, visto che la sapete lunga, state già escogitando il commento che scriverete per deridermi per l’incauto acquisto, vero? Infatti, preso dal Sacro Fuoco della Geografia, decisi di prenderne una per me e una per mia sorella. Non vi stupirete nel sapere che non furono mai utilizzate, se non per stupire i parenti con l’audacia di scrivere con un pennarello su una cartina. Cioè su una Cartina Muta Riscrivibile.