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Storea di uno stereo

Alassio, giugno 1992.
Luca compie 18 anni. Ormai è grande. I genitori gli chiedono cosa vuole come regalo per questo passo così importante, probabilmente sperando che chiedesse roba da sci . No, Luca in quel periodo è fissato con la musica: vuole uno stereo. Di quelli belli, col mobiletto, piatto dischi, doppia cassetta, magari con High Speed Dubbing, e persino quella diavoleria moderna chiamata CD. Luca non sapeva (e non sa tuttora) una mazza di HiFi, quindi ne prende uno un po’ a caso, un Panasonic.
Questo povero stereo ne ha passate tante. Ha suonato heavy metal e punk a più non posso, si è sintonizzato su Planet Rock, su di esso sono finiti dischi di gruppi scarsissimi come i Sodom, gli Ifix Tcen Tcen o i Tankard, e probabilmente la sua anima dura e pura si sarà sentita un po’ tradita quando col tempo si è trovato a suonare De André e occasionalmente Radio Deejay.
Quattordici anni dopo, il mobiletto è ancora lì. Il piatto dischi ha perso la puntina. Il CD "salta" da parecchio tempo, la lente andrebbe pulita o sostituita. Le piastre per le cassette funzionicchiano ancora, ma quella di sinistra fatica un pochino con le cassette da 90′. Il vetro davanti, in compenso, è riempito di adesivi che ho preso un po’ ovunque, tra cui diversi Parental Advisory Explicit Lyrics che ho pazientemente staccato dai dischi, diversi souvenir delle Lucca Comics a cui ho partecipato dal 1994 in poi, nonché uno splendido adesivo con l’icona di "bagno delle donne" che mi pare di aver rubato in un pub di Pietra Ligure. La collezione di vinili è stata regalata da tempo a persona più degna e nella parte inferiore del mobiletto ora stazionano gli appunti e le dispense dei corsi universitari. Anch’essi, a quasi otto anni dalla laurea, iniziano a divenire un po’ polverosi, ma a questi sono ancora affezionato. Anche se dubito che avrò mai bisogno di ripassare la teoria dei database logici o dimostrare che l’SK-calcolo è un linguaggio equivalente alla Macchina di Turing [1], due anni fa mi sono riletto con piacere le dispense di Analisi I di Fioravante Patrone, e le fotocopie di Algebra mi occhieggiano da un po’ di tempo suggerendo: "Dai, ci hai trattato malissimo e alla fine hai preso solo 20! Come minimo devi rileggerci, chissà che tu non riesca a completare la dimostrazione dell’Ambarabacicicocò multiplo !".
Lo stereo sopravvive tuttora in virtù della citata funzione di libreria e, soprattutto, come amplificatore. Le casse funzionano ancora egregiamente e sono più che discrete, per le mie necessità. Avendo un solo ingresso Aux ho montato uno switch affinché possa ricevere input da PC, DVD e videoregistratore, anche se ultimamente quest’ultimo pare destinato ad un onorevole pensionamento.

Quello però che testimonia i vecchi fasti dello stereo sono le cassettine di compilation che sento ancora spesso nei viaggi in macchina (sì, ho ancora l’autoradio con cassetta!). E di cosa ho ficcato in queste compilazioni, pomposamente chiamate Roba Bella, ne parlerò un’altra volta.

[1] Cazzo ridete? Sono domande che mi hanno fatto agli esami di Documentazione Automatica e Metodi per il Trattamento per l’Informazione!